24 Maggio 2025

Napoli Campione, viaggio dentro il capolavoro di Antonio Conte | di Livio Spinolo

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(di Livio Spinolo) – Venerdì 23 maggio 2025. È la sera dello sprint scudetto, quella in cui il Napoli ospita il Cagliari e l’Inter, un punto dietro in graduatoria, è di scena al Sinigaglia di Como. Dovrebbe essere una formalità per gli azzurri battere i sardi ma la partita non si sblocca e quando De Vrij porta in vantaggio i nerazzurri, allo stadio Diego Armando Maradona serpeggia la paura, perché in quel momento a vincere il titolo sarebbero i rivali. Ma poi McTominay sigla l’1-0 con una sforbiciata bella quanto utile e scaccia i fantasmi. Nel secondo tempo arriva anche il sigillo di Lukaku e a quel punto le notizie dalla terra lariana non contano più. Scatta la festa con petardi e fuochi d’artificio ad avvolgere la città in una atmosfera meravigliosa di gioia collettiva, in cui l’estraneo che trovi accanto a te a saltare ed esultare ti sembra di conoscerlo da sempre. È la magia che quei momenti sanno creare.

Ovviamente non è stata quella contro i rossoblù la vittoria determinante per lo scudetto, altre sono state le tappe cruciali per arrivare ad un traguardo tanto prestigioso. Pensiamo alla reazione dopo lo scivolone a Verona all’esordio in campionato. Ma anche ai due scontri diretti contro l’Inter pareggiati entrambi, nonostante sulla carta gli avversari avessero forse qualcosa in più in termini di cifra tecnica da esprimere. Emblematica anche la vittoria a Bergamo per 3-2 se pensiamo che all’andata la Dea aveva dominato al Diego Armando Maradona vincendo per 3-0 e che la squadra di Gasperini, terza forza del torneo, è una delle compagini più dure da affrontare. E poi c’è la giornata del sorpasso, con l’Inter che cade in casa con la Roma e il Napoli che vince col Torino. Siamo a circa un mese fa, il resto è storia recente, con un calendario agevole per gli azzurri che provano a complicarsi la vita pareggiando in casa con il Genoa e poi a Parma ma vengono salvati da Pedro che fa doppietta al Meazza e blocca la squadra di Simone Inzaghi sul 2-2, lasciandola dietro in classifica.

Ci sono poi i personaggi che hanno marchiato questo tricolore coi loro nomi e in questi casi si rischia sempre di dimenticare qualcuno. Ma lo corriamo lo stesso…..Fra i giocatori è impossibile non partire dallo scozzese McTominay, arrivato in estate con molte aspettative ma senza che nessuno probabilmente pronosticasse un bottino di 14 gol e tre assist, numeri degni di un centravanti, piuttosto che di un centrocampista. La difesa migliore del torneo spessissimo va a braccetto con lo scudetto: non si fa eccezione e fra i più positivi del reparto arretrato Rrahmani è il nome che per continuità forse la rappresenta di più. E poi c’è il condottiero, Antonio Conte. Chiamato al termine della scorsa stagione per risollevare una squadra finita addirittura fuori dalle Coppe dopo la vittoria del titolo nella stagione precedente, l’allenatore riesce a trasmettere immediatamente la sua grinta e i suoi schemi alla squadra, che lo segue da subito. Lui poi è uno specialista nel vincere la Serie A, se è vero che è l’unico ad esserci riuscito con tre squadre diverse (Juventus e Inter prima del Napoli). Mettiamoci poi che la possibilità di preparare ogni gara con una settimana di tempo, senza impegni infrasettimanali, gli ha permesso di lavorare al meglio su schemi e tattiche. E mettiamoci anche l’aspetto duale, con i contendenti che viceversa hanno speso molte energie in Champions, che sarebbero forse servite in qualche partita di campionato.

È il quarto titolo. I primi due (1987 e 1990) sono griffati Diego Armando Maradona, il più grande di sempre per molti di noi, ma anche negli ultimi due c’è il suo nome, nello stadio, a lui dedicato. Da Lassù avrà senz’altro gioito, lui che questa città ce l’aveva nel cuore, come Napoli ha nel cuore, e sui muri, lui, il suo figlio più amato.

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