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Sono cinque le persone indagate per l’incidente sul lavoro avvenuto venerdì 17 maggio a Scafati (Salerno) e durante il quale ha perso la vita il 21enne Alessandro Panariello, che stava lavorando in un palazzo in pieno centro in Via Melchiade.
Il giovane è rimasto ucciso da una lastra d’acciaio caduta dalla carrucola che stava sollevando.
La Procura di Nocera Inferiore ha disposto per ieri il conferimento dell’incarico per l’autopsia sul corpo della vittima; ieri intanto la madre e la compagna di Panariello, Flora e Annachiara (residenti a Poggiomarino, nel Napoletano), assistite dagli avvocati Gennaro Caracciolo e Agostino Russo dello Studio Forensis, hanno presentato querela ai carabinieri della Tenenza di Scafati, spiegando che il 21enne aveva lasciato la scuola per aiutare la famiglia da almeno sette anni e da allora lavorava in nero come operaio edile per la ditta – Arco Legno srl di dove prestava servizio anche venerdì durante l’incidente.
Più volte, hanno raccontato le due donne, Panariello aveva chiesto al datore di lavoro di metterlo in regola e di aumentargli la paga giornaliera, che era di 50 euro, e più volte ci aveva litigato per la mancanza di sicurezza, tanto da interrompere il lavoro e tornarsene a casa. Anche venerdì 17, è stato sottolineato in querela, il 21enne aveva chattato con la compagna e in un messaggio audio le aveva detto che non voleva più lavorare per il titolare dell’azienda.
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