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Doveva essere il simbolo della rinascita urbana e sociale, il volano della nuova Scafati. Invece, il Polo scolastico rischia di diventare l’ennesima cattedrale nel deserto, tra costi lievitati, ridimensionamenti strutturali e tempi di consegna sempre più incerti.
Il progetto iniziale, ampiamente celebrato sui social e durante le conferenze stampa, prevedeva un complesso moderno e funzionale, con palestra, parcheggi e tre piani a disposizione degli studenti. Oggi la realtà racconta tutt’altro: un piano in meno, niente palestra, niente parcheggi, e una data di completamento posticipata al febbraio 2026.
«Questa opera doveva rappresentare la rinascita di Scafati – denuncia Mario Santocchio, coordinatore cittadino di Fratelli d’Italia – e invece è diventata la fotografia plastica del fallimento amministrativo. Promesse mancate, annunci e propaganda, ma alla fine resta solo un cantiere dimezzato e fuori controllo.»
Non è solo una questione di ritardi o di tagli. I costi, secondo fonti interne al progetto, sarebbero quadruplicati rispetto alle stime iniziali. Un’anomalia che pesa sulle casse pubbliche e sull’opinione pubblica.
«Lo avevamo detto che questo modo di amministrare, fatto di selfie e slogan, non porta a nulla. Ad oggi, anche i parchi pubblici e le strutture sportive, che secondo le promesse sarebbero già dovuti essere operativi e affidati in gestione, sono abbandonati – prosegue Santocchio – Il centro sociale Mariconda? Già vandalizzato. E l’erba cresce, come cresce il malcontento dei cittadini».
Il coordinatore di Fratelli d’Italia non usa mezzi termini e punta il dito anche sull’assenza di una strategia credibile per la gestione delle opere pubbliche. «Siamo di fronte a una gestione fallimentare, dove tutto si ferma ai proclami. Il Polo Scolastico, oggi, è un libro già letto, e purtroppo anche il finale sembra scontato. A chi daremo la colpa questa volta?».